Powered by

prof.

Ciro

Amoroso

www.amso.it





La disgrafia e la discalculia

  approfondimento

La disgrafia
Ci siamo soffermati a lungo nel trattare il problema della dislessia; nel caso della disgrafia infatti le condizioni patologiche di base sono pressapoco le stesse, in quanto analoghe sono le capacità richieste per l'acquisizione del linguaggio scritto. Infatti, quando parliamo di scrittura, ci riferiamo non a un semplice esercizio di copia di forme, ma a una riproduzione di segni aventi un significato che esprime graficamente i fonemi della lingua. La scrittura di fatto non deve esser interpretata solo come un "tracciato", un grafismo. Essa richiede, al pari della lettura:
— rappresentazione spazio-temporale corretta che permetta una percezione orientata dello spazio
— presenza della dominanza laterale
— memorizzazione del segno grafico
— capacità e rapidità di analisi nella differenziazione delle lettere
— maturità emotivo-affettiva che si traduce in un atteggiamento disteso e privo d'ansia
La scrittura, inoltre, come caratteristica sua peculiare, richiede un grado di sviluppo motorio che consenta:
— postura corretta con atteggiamento generale di distensione
— assenza totale di contrazioni o sincinesie che non consentono posizione e movimento corretti della mano
— controllo motorio fine per arrestare la mano nel momento necessario
Come dice Luria, infatti, l'attività della scrittura implica innanzitutto che «l'individuo in questione sottoponga a un'analisi acustica i suoni che costituiscono la parola ... che il modello sonoro della parola, una volta analizzato, venga nuovamente "cifrato" nei modelli visivi delle lettere... che ogni suono del linguaggio si colleghi strettamente con un determinato modello visivo o "grafema"... che la strutturazione di ogni fonema nello schema visivo del grafema corrispondente, si realizzi tenendo conto della disposizione spaziale degli elementi che costituiscono il grafema... che si ristrutturi lo schema visivo delle lettere nel sistema cinetico della serie dei movimenti necessari alla scrittura...» .
Da quanto detto emerge chiaramente come una scorretta coordinazione oculo-motoria accompagnata da difficoltà spaziali e motorie possa gravemente compromettere le capacità grafiche del bambino. La scrittura infatti richiede una ben precisa organizzazione degli atti motori nello spazio, per cui se il bambino non ha ancora raggiunto uno sviluppo spaziale e cinetico sufficienti, non riuscirà a riprodurre correttamente la forma della lettera, il suo orientamento, confonderà lettere costituite dagli stessi elementi strutturali ma con orientamento diverso; la grafia risulterà irregolare, il tracciato molto spesso, le lettere tenderanno ad uscire dalle righe, per cui si renderà necessario segnare chiaramente limiti e contorni, onde favorire una percezione più corretta dei rapporti spaziali.
La scarsa capacità d'integrazione visuomotoria facilita d'altro canto l'instaurarsi quasi contemporaneo di disortografie, anche se studi recenti sarebbero propensi a considerare la disortografia come conseguenza diretta della dislessia, piuttosto che individuarne la cause solo in disturbi di natura grafo-motoria. Come scrive Olivaux, infatti, «essa denuncia, in molti casi, più un atto mancato, che una difficoltà di rappresentazione o di trascrizione di simbolo, spesso conseguenza di una dislessia o di un difetto di organizzazione individuale. Più che a un disturbo di linguaggio vero e proprio possiamo trovarci, talvolta di fronte a disturbi affettivi, che • producono poi difficoltà ortografiche». In effetti si assiste molto spesso a una coesistenza dei due disturbi (disgrafia e disortografia), per cui a volte l'intervento correttivo sull'uno porta alla contemporanea scomparsa dell'altra. Il superamento della disortografia libera la scrittura e la correzione della disgrafia spesso diminuisce o elimina il rischio di errori ortografici, in quanto favorendo un maggior controllo, attenzione e sicurezza. si creano le condizioni peculiari per una scrittura corretta.

La discalculia
I casi di discalculia in media si presentano meno di frequente nella popolazione scolastica rispetto alle disgrafie o dislessie. Questo perché i principi che stanno alla base della lettura delle cifre e dei numeri appaiono più semplici. Infatti, non solo le cifre sono in numero limitato (dieci), ma la loro combinazione risulta assai più facile, in quanto nel calcolo il bambino si limita ad allineare dei segni con significato unico e preciso, mentre davanti alla frase da leggere, l'impossibilità di passare al livello
simbolico, compromette totalmente la comprensione del testo. E’ chiaro che anche nel caso dei numeri è necessario stabilire una corrispondenza tra quantità, simbolo ed espressione grafica, ma tuttavia si tratta di un processo più semplice.
La copia di numeri e la riproduzione di quantità richiedono inoltre tutte quelle capacità già messe in rilievo parlando della lettura e della scrittura quali: percezione visiva della forma, memoria evocativa del simbolo corrispondente, espressione grafica corretta, rappresentazione spaziotemporale. simbolizzazione della quantità attraverso il numero ecc. Nel caso delle quattro operazioni inoltre accanto alle capacità sopra elencate, è necessario che il bambino abbia raggiunto un notevole grado di capacità d'astrazione, in modo da comprendere l'operazione non come meccanismo automatico di svolgimento, ma come rappresentazione interiorizzata di azioni reali.
Nell'apprendimento di ciò che è matematico, il passaggio dall'aspetto figurativo a quello operativo diviene fondamentale: la possibilità d'anticitazione, come la definisce Piaget, fa sì che il bambino trasformi la pura e semplice azione materiale in rappresentazione mentale. E tale capacità diventa "conditio sine qua non" anche quando si voglia impostare un'operazione aritmetica elementare come un'addizione. D'altro canto si verificano casi in cui una certa difficoltà a livello logico-matematico, accompagnata da un'insufficienza scolastica nel calcolo, non si ritrova in altri settori del ragionamento.
Studi recenti hanno dimostrato come ragazzi con difficoltà in matematica si trovassero per certe operazioni a livello operatorio concreto mentre per altre a livello formale. Tali anomalie definite come "disarmonie cognitive", hanno dato l'avvio a numerose ricerche sperimentali nell'ambito delle discalculie. Da tali ricerche è emersa la possibilità di individuare tre tipi diversi di discalculie.
Le prime, presenti in bambini con difficoltà motorie o disturbi accentuati nello schema corporeo, si evidenziano attraverso un grave ritardo nell'acquisizione della nozione di conservazione delle quantità fisiche, mentre appare integra la capacità di ragionare su ipotesi astratte e utilizzare leggi.
Le seconde riguardano soprattutto quei bambini che già presentano gravi difficoltà nell'apprendimento della lettura. In essi è presente una certa difficoltà di memorizzazione delle cifre e delle tabelline; la rappresentazione scritta di numeri e operazioni appare compromessa; possiedono una capacità di simbolizzazione molto modesta, accompagnata da una notevole difficoltà nel riconoscere ritmi e sequenze temporali.
La terza categoria di discalculie si manifesta invece nei cosiddetti bambini "instabili". Si tratta di soggetti il cui pensiero appare sincretico e intuitivo: sono incapaci di compiere operazioni di seriazione, classificazione. in quanto sono incapaci di collocare i fatti nel tempo; ignorano il nome dei giorni, delle settimane, dei mesi; il 'tempo ha un significato assolutamente arbitrario ed individuale; nel rapporto con l'altro si dimostrano incapaci di relazioni stabili (45). La conoscenza e l'approfondimento del tipo di discalculia (disprassica, disgnostica, discronica) permetterà ovviamente all'insegnante di impostare un programma d'intervento rieducativo opportuno ed efficace.
Disgrafie, dislessie, discalculie presentano quindi pur nella loro specifica fenomenologia degli elementi comuni. Più esattamente, prima di passare all'aspetto diagnostico e rieducativo, potremmo dire che, affinchè il bambino inizi la scuola elementare con le maggiori garanzie di riuscita dal punto di vista della lettura, scrittura e del calcolo, egli dovrà aver raggiunto una maturità affettiva e psicomotoria tale da consentire:
— un atteggiamento generale di distensione
— corretta rappresentazione spazio-temporale ed orientamento
— percezione visiva ed uditiva integre
— capacità di memorizzazione
— simbolizzazione adeguata, tale da consentire l'immediata corrispondenza significante-significato
— intelligenza generale


pagina precedente pagina successiva