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prof.

Ciro

Amoroso

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  Indice
Disfonie o disturbi della voce: sono dovute ad alterazioni o malformazioni dell’apparato respiratorio, degli organi fonatori, della cavità di risonanza, nonché dell’udito. La voce risulta alterata in altezza, intensità e timbro.(voce velata,spenta,rauca,impastata,in falsetto,ecc)

Dislalie o disturbi dell’articolazione: un linguaggio perfetto richiede che ogni parte dell’apparato fonatorio sia efficiente e che ogni movimento degli organi vocali sia coordinato; qualunque errata articolazione dei vari fonemi provocherà una dislalia.

Afasie: dovute a lesioni cerebrali localizzate prevalentemente nell’emisfero dominante( il sinistro per i destrimani, il destro per i mancini)
Afasia motoria o espressiva ( Broca) : risulta alterata la capacità di tradurre il proprio pensiero in parole: il malato nel discorso spontaneo presenta disturbi di articolazione, si esprime a scatti, inceppandosi, il suo linguaggio è sgrammaticato, non riesce a ripetere correttamente le frasi pronunciate da altri, fa fatica a trovare la parola appropriata al contesto che intende formulare o non la trova affatto.
Afasia ricettiva o sensoriale (Wernicke), il disturbo fondamentale consiste nell’incapacità di comprendere il significato dei messaggi verbali, accompagnata anche da difficoltà sul piano espressivo. Le risposte di chi è colpito da questo disturbo sono imprecise e scentrate:il linguaggio,benché talvolta fluido e senza inceppi, risulta incomprensibile, poiché le parole, anche quando sono corrette di per sé, si susseguono senza evidenti legami di significato.
Nei casi più gravi di afasia globale si verificano contemporaneamente sia distrubbi espressivi, a livello articolatorio, grammaticale e semantico, sia disturbi di comprensione. Questi malati se non prontamente rieducati subiscono un deterioramento mentale che influenza attività anche non direttamente collegate con il linguaggio.
La lesione cerebrale che provoca disturbi afasici può provocare anche agnosie i cui malati non riescono a riconoscere il significato e l’uso di oggetti e di figure, oppure aprassie che denunciano difficoltà di movimenti più fini e molto articolati, come quelli necessari per l’apprendimento della scrittura. Se viene colpita la muscolatura dell’apparato fonatorio, si ha un disturbo dell’articolazione dei suoni, la disartria, che comporta un linguaggio inceppato, strascicato, oppure scandito, esplosivo.
I bambini con disturbi afasici spesso riscontrano disturbi percettivo-motori e concettuali con difficoltà nell’apprendimento e nelle capacità di concentrazione; in simili casi i bambini sono decscritti come disattenti, distratti, talvolta sordi

Balbuzie: si manifesta sotto forma di inceppi, ritardi, arresti, ripetizione delle parole o delle sillabe. Si tratta di un disturbo di origine multipla, che può emergere da conflitti emotivi, o da scarsa tolleranza alle frustrazioni, o da alterazioni del sistema nervoso. E’ un disturbo che coinvolge tutta la personalità. L’eziologia è difficile; numerose sono le cause attribuibili come: l’ereditarietà, il mancinismo, uno scarso livello intellettuale, un ritardo all’inizio del linguaggio, fattori psicologici.
La personalità del balbuziente è sempre piuttosto debole, indecisa, ansiosa, passiva, è indispensabile riuscire a spostare il comportamento del paziente verso il superamento dell’ansia, su posizioni di sicurezza, rassicurarlo facendogli acquistare fiducia in se stesso, mettendolo in condizione da sentirsi pienamente accettato nell’ambiente in cui vive.

Il termine Dislessia è applicabile a qualsiasi difficoltà di fronte alla quale si trovi il fanciullo per l’apprendimento della lettura.

Dislessia specifica è invece più restrittiva; si tratta di una difficoltà di apprendimento della lettura manifestata da un fanciullo che è normalmente sviluppato in quei settori nei quali non interviene il linguaggio , soprattutto quello scritto.

Dislessia evolutiva insiste in particolare sul fatto che la difficoltà ad apprendere la lettura scompare del tutto o in parte nel corso degli anni. Questa constatazione , da sola, permette di comprendere che le manifestazioni della dislessia potranno essere varie e che dipenderanno dalla gravità del disturbo e dall’età del soggetto




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