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E mi chiamano handicappato...... qualcuno un po’ più gentile mi chiama portatore di handicap, qualche altro, forse che mi vuole un po’ più bene mi chiama diversamente abile. A me piacerebbe che mi si chiamasse semplicemente con il mio nome……..

Tutto questo perché qualche volta non capisco completamente le cose che mi si dicono e capita purtroppo che sono così timido da non riuscire a chiedere “Puoi ripetere ancora una volta per favore?” Anche se e ve lo posso garantire, che in me è sempre grande la curiosità e il desiderio del sapere, in particolare quello delle cose concrete.

Ho tanta voglia di imparare, di capire di ascoltare e in particolare di confrontarmi. Prendo appunti riempiendo il quaderno, ma le cose, ahimè, mi accorgo che rimangono molto spesso solo sulla carta. Sono tra i più disciplinati in classe forse perché i miei problemi, per lo meno, quelli più grossi riesco a lasciarli a casa.

Mi ritengo una creatura tra il semplice e il primitivo, nel senso buono naturalmente, poiché sento il bisogno di quegli affetti e di quelle attenzioni che oggigiorno non sono più tanto usuali, non perché le persone che mi circondano siano cattive, ma perché sono semplicemente distratte o un po’ superficiali o hanno semplicemente fretta o devono badare agli altri, eppure credetemi non sanno cosa si perdono.

Qualche volta lo ammetto divento inopportuno o poco simpatico ma ve lo giuro non lo faccio apposta. I nostri sentimenti sono puri, concentrati e intensi, molto spesso, siamo in grado di dare e quanto meno ve lo aspettate, quello che forse altri non vi daranno mai. Non ci credete? E allora provate a chiudere gli occhi e chiedetevi: avete mai ricevuto un abbraccio da uno di noi?