IPSIA “A.Parma” di Saronno

A tutto il personale.

 

Suggerimenti per un corretto rapporto con Ciechi e deboli di vista.

La cecità totale è una delle menomazioni più facilmente «constatabili». Basta chiudere gli occhi. La realtà è però ben diversa. Chi vede, infatti, ricorda tutto quanto hanno captato i suoi occhi: sa come

è fatto un bicchiere, come funziona un ascensore, come si compone un numero di telefo­no, come si usa la cucina a gas e mille altre cose ancora. Chi è cieco dalla nascita deve invece inventarsi il mondo intero. Ignora forme e colori e deve servirsi di tutti gli altri sensi per potersi orientare nell'ambiente che lo circonda. Ciò gli crea un sacco di problemi. Il cieco non può, per esempio, leggere in uno sguardo o interpre­tare un gesto, non gli servono né i «qui» né i «là», non può scorgere né un cenno del capo né un sorriso, non vede da che parte si apre una porta. Se inoltre il rumore della strada è assordante, ha spesso difficoltà nel districarsi in mezzo al traffico. Se accompagnato, molte volte vive nel timore di perdere la sua guida. Il bordo del marciapiede rappresenta per il cieco un valido aiuto per orientarsi. Mentre le zone pedonali livellate, che nelle città si vanno sempre più diffondendo, sono molto utili per i disabili su carrozzina, per i ciechi costituiscono purtroppo uno svantaggio. Chi è privo della vista ha spesso difficoltà a partecipare a colloqui, in quanto non sa a chi si deve «rivolgere». Se non conosce la ragione per cui attorno a lui si ride, diventa insicuro. In poche parole, il cieco ha sempre bisogno di spiegazioni. Per tutti questi motivi nei ciechi gli altri sensi si sviluppano maggiormente e meglio. Con l'andar del tempo il cieco acquista, per esempio, una eccellente sensibilità tattile (chi però si lascia toccare volentieri?) o una particolare percezione dei rumori. Nella maggior parte dei casi riconosce la gente soltanto dalla voce. Eppure, malgrado tulle queste capacità, è errato ritenere che i ciechi possiedono una specie di sesto senso!

Molti ciechi vivono in modo autonomo o rie­scono a cavarsela abbastanza bene con l'ausilio del bastone bianco o del cane guida. A prescin­dere dalla loro menomazione, i ciechi sono del tutto uguali agli altri. Siccome però di solito i loro rapporti con il mondo esterno sono assai limitati. si sentono spesso soli e abbandonati.

 

Per i deboli di vista le cose vanno un po' meglio...

...ma la loro vita è pur sempre assai difficile, Possono, è vero, distinguere luci e ombre oppure i contorni degli oggetti, tuttavia la loro vista non è sufficiente per leggere. Riconoscono, per esempio, le scale solo dal basso verso l'alto e. se devono scendere una rampa, fanno fatica a trovare il primo gradino. E poiché la loro meno­mazione spesso non è evidente, molte volte non viene presa in considerazione.


 

Il rapporto con i non vedenti..

...non è poi tanto difficile! Basta osservare essen­zialmente i punti seguenti:

 

ü      Avvicinandovi ad un cieco, fatevi notare per tempo. Tenete presente che non vi vede e neppure vi conosce. Ditegli quindi anzitutto chi siete, in quanto desidera sapere a chi affidarsi senza timori.

ü      Non si dovrebbe mai prendere un cieco per un braccio e guidarlo. Offritegli sempre il vostro braccio che afferrerà al disopra del gomito. In tal modo non occorrerà suggerirgli la direzione: con la vostra guida si orienterà subito. Lo si dovrà precedere soltanto in punti stretti.

ü      Non dimenticate che non può vedere un sorriso o un cenno del capo. Dovete perciò parlargli.

ü      Avvertitelo sempre quando sta per attraver­sare una strada, per lasciare o raggiungere un marciapiede.

ü      Dopo averlo aiutato, non allontanatevi mai senza averlo avvertito. è per lui penoso accorgersi di parlare a una persona che nel frattempo si è allontanata.

ü      Non seguitelo mai con l'intenzione di aiutarlo in caso di necessità. Egli percepisce la vostra presenza e si sente a disagio

ü      Se desiderale offrirgli un posto a sedere, fategli poggiare semplicemente una mano sullo schienale della sedia. Trattandosi di una poltrona, occorre accompagnare la mano al bracciolo e precisare da quale parte è la poltrona stessa.

ü      Quando deve salire su un'automobile, indi­categli sempre la parte anteriore e quella poste­riore della vettura. Fategli quindi posare una mano sul bordo superiore delta portiera aperta. Con l'altra il cieco si orienterà, toccando il tetto della vettura, poi prenderà posto.

ü      Se dovesse aver perso l'orientamento, elencategli sempli­cemente ciò che gli sta davanti, dietro, a destra e a sinistra.

ü      II cieco e il suo cane guida costituiscono un insieme per­fettamente affiatato: il cane non va distratto dal suo compito. Porgete quindi il vostro aiuto solo se espressamente richiesto dal cieco.

ü      Nel dargli qualcosa, chiamatelo per nome o toccatelo leggermente.

ü      Per i ciechi e i deboli di vista l'ordine è molto importante. Ogni cosa ha il suo preciso posto. Nella loro abitazione o in aula  rimettere sempre al loro posto gli oggetti usati.

ü      Se in un locale, cui sono abituati, viene spostato un oggetto, devono saperlo.

ü      Se li aiutate a togliersi il cappotto, dite sempre dove lo posate o l'appendete.

ü      Qualora vogliate leggere ad un cieco un articolo di giornale, elencategliene dapprima i titoli. affinchè possa scegliere quello che gli inte­ressa.

ü      Le auto parcheggiate sul marciapiede possono rappresentare per il cieco ostacoli pericolosi.

ü      Ai ciechi parlate sempre con la massima natu­ralezza e il tono di voce abituale.

 

 

 

 

Saronno 7/Settembre/2001                                                       I.S. Ciro Amoroso